Presentazione del "Libro nero sulla filosofia - Perché la filosofia è nata già morta".
Il libro: “Libro nero sulla filosofia – Perché la filosofia è nata già morta” è un libro che analizza i limiti della filosofia. Dove con il termine filosofia qui mi riferirò all’insieme delle teorie sviluppate su base razionale che nel corso del tempo sono state rivolte a spiegare l’universo e ogni sua possibile proprietà dell’universo.
Proprio per il fatto che la filosofia si fonda esclusivamente sulla razionalità e in ragione di ciò può sganciarsi dalla necessità di difendere posizioni ideologiche sull’universo che potevano risultare problematiche proprio sul piano razionale, si potrebbe pensare che questa disciplina abbia potuto riscuotere un notevole successo nel corso della sua storia. E invece va purtroppo rimarcato non vi è alcuna teoria sull’universo sviluppata all’interno dell’intera filosofia che è stata considerata universalmente corretta.
In relazione a questo il presente libro sostiene una tesi ben precisa: quella secondo la quale questo fallimento della filosofia non è avvenuto per caso, ma si è inevitabilmente prodotto a causa della scelta fatta dai filosofi di non ricondurre le loro teorie sull’universo alle osservazioni oggettive che potevano essere tratte dalla natura. Più in specifico il peccato capitale commesso della filosofia può essere ricondotto alla presunzione che l’universo potesse essere indagato sulla base di ciò che il singolo filosofo avesse ritenuto quell’universo dovesse essere, e quindi in ultima analisi al fatto che ogni siffatta teoria si qualificasse nella sua fondamenta come del tutto arbitraria.
Il problema è che per quanto una teoria di questo tipo possa essere brillante, noi viviamo in un universo molto complesso che rende possibili tutta una quantità di situazioni differenti con cui quelle teorie devono poi venire a patti. E non è ragionevole pensare che una teoria astratta che un filosofo ha concepito come capace di attribuire all’universo una qualsivoglia proprietà nell’ambito di talune situazioni di riferimento si riveli poi capaci di attribuirgli quella stessa proprietà in tutte le altre situazioni che un universo come il nostro rende possibile.
Come esempio di questi meccanismi possiamo prendere in considerazione la teoria ingenua dell’essere elaborata da Parmenide. Secondo Parmenide l’essere è e il non essere non è. Tale frase va interpretata nel senso che se noi consideriamo l’atto di esserci e proviamo a contrapporre ad esso qualcosa, ci rendiamo conto che l’unico modo per essere diversi dall’atto di esserci è di non esserci, ma appunto il non esserci significa non esserci, ossia non essere presente. Detto in un altro modo Parmenide afferma che l’essere è un essere assoluto, nel senso che non è mai l’essere un qualcosa in particolare ma l’atto di esserci, e allora ogni cosa che differisce da esso non potrà semplicemente esserci.
Ebbene: per quanto una simile teoria sull’essere sembri filare in realtà funziona solo nella situazione astratta in cui Parmenide l’ha pensata. Nel senso preciso che non appena esploriamo altre situazioni più concrete che il nostro universo è in grado di esprimere ci accorgiamo che in loro corrispondenza tale teoria non sarà più in grado di attribuire agli oggetti una nozione soddisfacente di essere. Proviamo a pensare alla seguente proposizione:
Di diverso da un tavolo c’è ad esempio una sedia.
Ci rendiamo subito conto come in questa frase non ci sia nulla di sbagliato perché nel nostro universo sono tante le cose differenti da un tavolo e una sedia è solo una di esse. E d’altro canto noi possiamo benissimo dire che ci può essere qualcosa di differente da un tavolo perché nel dire che questo qualcosa differisce da un tavolo non stiamo facendo riferimento come Parmenide all’essere assoluto, a quell’etto di esserci a cui non può contrapporsi nulla. Noi qui ci stiamo riferimento all’essere nella sua accezione di essere diverso. Una sedia è diversa dal tavolo non perché non possiede l’atto di esserci, bensì perché il suo atto di esserci è un essere differente da un tavolo. Il nostro universo quindi non esprime un essere assoluto, ma un essere relativo.
Quello che abbiamo qui visto valere per la teoria ingenua dell’essere ideata da Parmenide, in questo libro verrà mostrato per tutte le principali teoria proposte dalla filosofia sull’universo.
Naturalmente ciò non significa sostenere che allora la filosofia sia stata completamente inutile. Anzi proprio perché a causa dell’inevitabile confronto con la complessità dell’universo tutte le sue teorie hanno sempre finito per rivelarsi problematiche, possiamo dire che lo sviluppo della filosofia può essere equiparato a una continua problematizzazione sull’universo e su tutte le sue proprietà. E questo è un esercizio importante per sviluppare un pensiero razionale meno ingenuo e più consapevole sull’universo e su tutte le sue proprietà.
Per tutte queste ragioni se senti il fascino dei più misteri grandi sull’universo e la curiosità di conoscere quali risposte ha saputo proporre la filosofia nel corso dei secoli e dei millenni, e se oltre a questo vuoi sviluppare un pensiero meno sprovveduto e più consapevole sull’universo e sulle sue proprietà, questo libro rappresenta un must a cui non puoi assolutamente rinunciare.