Presentazione del "Libro nero su Dio - Perché la teologia è nata già morta".
Il libro: “Libro nero su Dio – Perché la teologia è nata già morta” è un libro che analizza i limiti della teologia. Dove con il termine filosofia qui mi riferirò alla teologia razionale, ossia a quella particolare teologia che impiegando la sola arma della ragione si occupa di studiare Dio come ente, interrogandosi sulle proprietà che è lecito attribuirgli.
Proprio per il fatto che questo tipo di teologia si fonda esclusivamente sulla razionalità e in ragione di ciò può sganciarsi dalla necessità di difendere posizioni religiose su Dio che potevano risultare problematiche proprio sul piano razionale, si potrebbe pensare che questa disciplina abbia potuto riscuotere un notevole successo nel corso della sua storia. E invece va purtroppo rimarcato non vi è alcuna teoria su Dio sviluppata all’interno dell’intera teologia che è stata considerata universalmente corretta.
In relazione a questo il presente libro sostiene una tesi ben precisa: quella secondo la quale questo fallimento della teologia non è avvenuto per caso, ma si è inevitabilmente prodotto a causa della scelta fatta dai teologi di non ricondurre le loro teorie su Dio alle osservazioni oggettive che potevano essere tratte dalla natura. Più in specifico il peccato capitale commesso della teologia può essere ricondotto alla presunzione che Dio potesse essere indagato sulla base di ciò che il singolo teologo avesse ritenuto che quel Dio dovesse essere, e quindi in ultima analisi al fatto che ogni siffatta teoria si qualificasse nella sua fondamenta come del tutto arbitraria.
Il problema è che per quanto una teoria di questo tipo possa essere brillante, noi viviamo in un universo molto complesso che rende possibili tutta una quantità di situazioni differenti con cui quelle teorie devono poi venire a patti. E non è ragionevole pensare che una teoria astratta che un teologo ha concepito come capace di attribuire a Dio una qualsivoglia proprietà nell’ambito di talune situazioni di riferimento si riveli poi capaci di attribuirgli quella stessa proprietà in tutte le altre situazioni che un universo come il nostro rende possibile.
Come esempio di questi meccanismi possiamo prendere in considerazione una teoria dell’onnipotenza ingenua secondo la quale per onnipotenza di Dio dovremmo semplicemente intendere la capacità che lui e solo lui possiede di realizzare tutte quelle azioni che non sono direttamente contraddittorie, per quanto sia grande il potere che la loro realizzazione dovesse richiedere. Apparentemente ci sembra del tutto ragionevole che un Dio onnipotente possa ad esempio creare un pianeta dal nulla anche se nessun altro essere ha il potere di farlo. E allo stesso tempo ci sembra del tutto ragionevole che un Dio onnipotente non possa creare un cerchio quadrato, visto che questa azione diversamente dall’altra si connota direttamente contraddittoria.
Ebbene: per quanto una simile teoria sull’onnipotenza sembri filare in realtà funziona solo nelle situazioni astratta in cui l’abbiamo pensata. Nel senso preciso che non appena esploriamo altre situazioni più concrete che il nostro universo è in grado di esprimere ci accorgiamo che in loro corrispondenza tale teoria non sarà più in grado di attribuire a Dio una nozione soddisfacente di onnipotenza. Proviamo a pensare alla seguente proposizione:
Dio è in grado di creare una pietra che nessuno può spostare
Ecco che se stiamo alla suddetta teoria ingenua sull’onnipotenza di Dio dovremmo concludere che Dio è certamente in grado di creare quella pietra perché creare quella pietra non è qualcosa di direttamente contraddittorio. E tuttavia nel momento in cui dovessimo considerare Dio come capace di creare una simile pietra dovremmo anche convenire che può esistere una pietra che neppure lui a quel punto sarà più in grado di spostare. Ma un simile Dio a quel punto non sarebbe più onnipotente perché non può essere onnipotente un essere che non sa sollevare una pietra, non essendo il sollevare una pietra un’azione di per sé contraddittoria.
Quello che abbiamo qui visto valere per questa teoria ingenua sull’onnipotenza, in questo libro verrà mostrato per tutte le principali teoria proposte dalla teologia su Dio.
Naturalmente ciò non significa sostenere che allora la teologia sia stata completamente inutile. Anzi proprio perché a causa dell’inevitabile confronto con la complessità dell’universo tutte le sue teorie hanno sempre finito per rivelarsi problematiche, possiamo dire che lo sviluppo della teologia può essere equiparato a una continua problematizzazione su Dio e su tutte le sue proprietà. E questo è un esercizio importante per sviluppare un pensiero razionale meno ingenuo e più consapevole su Dio e su tutte le sue proprietà.
Per tutte queste ragioni se senti il fascino dei più misteri grandi su Dio e la curiosità di conoscere quali risposte ha saputo proporre la teologia nel corso dei secoli e dei millenni, e se oltre a questo vuoi sviluppare un pensiero meno sprovveduto e più consapevole su Dio e sulle sue proprietà, questo libro rappresenta un must a cui non puoi assolutamente rinunciare.